Corso di Training Autogeno

03.10.2020

H. Schultz è nato a Göttingen nel 1884. Ha studiato medicina nella città natale e successivamente a Breslavia e a Losanna. E' stato docente di neurologia e psichiatria e poi, dal 1919, di psicologia medica a Dresda. Nel 1936 diventa Presidente dell'Istituto Germanico per le ricerche psicologiche e per la psicoterapia di Berlino; mantiene tale incarico fino al 1945. Prosegue poi la propria attività di docente e di psicoterapeuta in ambito privato fino alla sua morte, avvenuta a Berlino il 19 settembre del 1970. Egli ha avuto il merito di aver sviluppato e diffuso un metodo di così grande rispetto della persona e dell'individuo anche se il periodo storico, il luogo, e ancor più il ruolo da lui ricoperto, comportavano pesanti condizionamenti da parte di un regime fortemente autoritaristico/repressivo e distruttivo di ogni libertà. Nel secondo e terzo decennio del '900 sviluppa le ricerche che lo porteranno alla formazione del Training Autogeno. Pubblica nel 1932 la prima edizione dell'opera "Il Training Autogeno", dove descrive compiutamente il suo metodo. Nel 1951 pubblica l'altra sua opera fondamentale: "La Psicoterapia Bionomica" dove espone i principi del suo metodo partendo dal concetto di Bionomia.

Attualmente il corso si svolge su prenotazione a Genova 

Albaro

Corso Torino

Bolazneto


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Cosa è il Training Autogeno

Che cosa è il Training Autogeno 

IIl training autogeno è una tecnica di rilassamento basata sulla correlazione tra stati psichici (in particolare le emozioni) e aspetti somatici dell'individuo. Ogni esperienza viene mediata, infatti, dal soma: attraverso questo si può accedere, usando una sorta di "corsia preferenziale", all'origine dell'esperienza stessa. Le emozioni sono il risultato di un complesso insieme di modifiche che coinvolgono sistema nervoso periferico, sistema nervoso centrale, ormonale e più in generale, neuroendocrino.

L'attribuzione cognitiva (ad esempio un'emozione vissuta come piacevole o spiacevole), riguardante la neocorteccia, risulta verificarsi secondariamente. Oltre ad una predisposizione genetica, l'assetto, ovvero l'equilibrio, tra aspetti prevalentemente somatici ed aspetti di natura principalmente cognitiva (risultanti dall'interazione con l'ambiente fisico e sociale) determina il tipo di risposta che ognuno avrà rispetto all'ambiente stesso durante lo sviluppo.

Indurre volontariamente - a livello corporeo - delle risposte tipiche degli stati di quiete di un soggetto, da una parte, si ripercuote sull'autopercezione - a livello cognitivo - della propria condizione emozionale; dall'altra, produce una risposta somatica coerente con l'induzione stessa. In pratica, la modifica dell'assetto psicofisiologico del soggetto si inserisce in un processo che si autodetermina ('autogeno' appunto) partendo dal soma per arrivare alla psiche per tornare al soma e così via. Il Training Autogeno, come dimostra la letteratura scientifica, non è una tecnica basata sulla suggestione. Le modifiche che si producono con un adeguato allenamento hanno carattere di stabilità e costanza nel tempo: fattori, questi, assenti sia nella suggestione in senso generale che nella suggestione ipnotica (la quale proprio per questo incontra talvolta notevoli limitazioni nella sua applicazione). Inoltre, le onde cerebrali misurate tramite esame EEG nei soggetti durante lo svolgimento del TA differiscono in modo significativo sia da quelle prodotte durante il sonno che da quelle emergenti sotto ipnosi.

La differenza, pertanto, tra questa tecnica e le altre tecniche di rilassamento (o la meditazione) risiede proprio nei correlati fisiologici, rilevabili con mezzi obiettivi, legati a una effettiva e stabile modifica a livello neurofisiologico producente, a sua volta, una modifica nella risposta emozionale che un soggetto ha rispetto a un evento di natura stressante.[senza fonte]

La pratica del training autogeno ha tra le sue finalità un maggior controllo dello stress, dell'ansia, una riduzione generale della tensione emotiva e il recupero delle energie, anche grazie a un ridimensionamento spontaneo delle emozioni negative "allegate" a determinati vissuti. Questa tecnica, tuttavia, non è indicata per chiunque: non è adatta a coloro che dovessero trovarsi in una condizione depressiva importante (non riuscirebbero a raggiungere il livello minimo di concentrazione necessaria) ed è fortemente controindicata in caso di psicosi. Nel disturbo bipolare dell'umore può provocare una condizione di disagio in alcuni casi grave, nei casi di dissociazione può essere del tutto inutile o dannosa, dove vi siano segni di scissione della personalità può accentuarne i sintomi.

Il training autogeno è utile inoltre nella cura di ansia, insonnia, emicrania, asma, ipertensione, attacchi di panico e in tutte quelle patologie dove l'aspetto psicosomatico sia rilevante. Ma il TA ha un ruolo positivo anche in molti altri contesti: in particolare, per atleti e sportivi in genere, in quanto favorisce il recupero di energie, permettendo una migliore gestione delle proprie risorse. Migliora inoltre la concentrazione e contribuisce al conseguimento di alte prestazioni. È importante sapere che, nel training autogeno, il rilassamento non è la cosa principale, ma è un "effetto collaterale" del mutato equilibrio psicofisico.

Stefano Secci Mental Coach
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